Omelia di Padre Emmanuel Schwab

2esimo Domenica di Quaresima – Anno B

1era lettura: Genesi 22, 1-2.9-13.15-18

Salmo: 115 (116b), 10.15, 16ac-17, 18-19

2esimo lettura: Romani 8, 31b-34

Vangelo: Marco 9-2

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Una parola su Abramo e Isacco che ritroveremo come seconda lettura nella Veglia pasquale.

Abramo, che non aveva figli – sebbene sia vecchio e anche sua moglie Sara – riceve un figlio, Isacco, che è il figlio della promessa. E Abramo non riceve questo figlio per tenerlo per sé: capisce che la promessa che Dio gli ha fatto di essere padre di un popolo numeroso passerà attraverso Isacco, e vuole donare Isacco a Dio, per consacrarlo a Dio. Capisce che questo è ciò che gli viene chiesto, e non conosce altro modo di offrire suo figlio a Dio se non quello di offrirlo in olocausto. Dio lo disingannerà, perché l'uomo non ha il potere di entrare nel mistero della morte per uscirne vivo. Sarà necessario che Dio stesso, attraverso l'Incarnazione del Figlio Eterno, venga a sperimentare la morte umana per poterla distruggere dal di dentro.

Questo Vangelo della Trasfigurazione è estremamente ricco. Da più di 15 secoli la Chiesa lo proclama in questo tempo di Quaresima. Contempla questo evento che è molteplice.

La prima cosa che possiamo notare è la trasfigurazione di Gesù. È splendente: i suoi vestiti di un tale candore che nessuno sulla terra può raggiungere un tale candore. Marco non descrive ulteriormente la Trasfigurazione… Gesù infatti è glorificato. Gesù trasfigurato, è Gesù che è arrivato alla fine del viaggio. Lui è lì nella pienezza della vita, e una delle conseguenze è che sono presenti altri, che sono entrati in questa pienezza: Mosè ed Elia. Li riconosciamo perché, nella pienezza del Cielo, non c'è più alcuna distanza tra l'essere e l'apparenza. In Cielo, quando incontreremo Mosè, sapremo che è Mosè perché è Mosè. Non dovremo più presentare la nostra identità in modo mondano: manifesteremo chi saremo. Gesù glorificato, questo significa che la nostra umanità, il nostro corpo, la nostra umanità in tutto ciò che è carnale, è capace di portare la gloria di Dio e di irradiare la gloria di Dio. Il nostro destino non è la distruzione del nostro corpo per qualcos'altro, ma la trasfigurazione del nostro corpo che sperimenteremo nella risurrezione... Per l'eternità, siamo esseri umani e non saremo mai angeli, altrimenti Dio ci vorrebbe creati angeli .

La seconda cosa notevole sono le parole del Padre: “Questo è il mio amato Figlio, ascoltatelo”. Dopo aver proclamato il Vangelo, ho detto: “Rallegriamo la Parola di Dio”, e tu hai risposto: “Lode a te, Signore Gesù”. Infatti, se volessimo capire meglio, sarebbe stato saggio dire “Acclamiamo la Parola di Dio”. Non acclamiamo un testo appena ascoltato, per dire: è buono quello che abbiamo appena ascoltato... Acclamiamo la seconda Persona della Santissima Trinità, il Verbo eterno che si fa ascoltare attraverso il santo Vangelo. Ed è a lui che diciamo: «Sia lode a te, Signore Gesù», che è la Parola fatta carne.

Sappiamo con quale assiduità Santa Teresa si nutriva dei Santi Vangeli. Lo dice molto chiaramente, lo scrive nel suo manoscritto A:

Se apro un libro composto da un autore spirituale (anche il più bello, il più toccante), subito mi sento stringere il cuore e leggo senza, per così dire, capire, o se capisco, la mia mente si ferma senza poterlo fare. medita... In questa impotenza mi vengono in aiuto la Sacra Scrittura e l'Imitazione; in essi trovo cibo solido e puro. Ma soprattutto è il Vangelo che mi sostiene durante le mie preghiere, in esso trovo tutto ciò che è necessario per la mia povera piccola anima. Scopro sempre nuove luci, significati nascosti e misteriosi... (Ms A 83)

Questo manoscritto A che scrisse nel 1895; Due anni dopo, quando era già costretta a letto, a maggio, disse:

Per me nei libri non trovo più nulla, se non nel Vangelo. Questo libro mi basta. Ascolto con gioia queste parole di Gesù che mi dice tutto quello che devo fare: “Impara da me che sono mite e umile di cuore”: allora ho pace, secondo la sua dolce promessa:…E troverai riposo per i tuoi piccole anime... (CJ 15 maggio 3).

Nutrendosi del Vangelo, nutrendosi delle Sacre Scritture, torno spesso su questo, fratelli e sorelle, ma è una necessità nella vita cristiana. E so che sempre più battezzati si prendono il tempo per leggere e meditare la Parola di Dio, e questo tempo quaresimale è un momento benedetto per noi per investire di più in questa lettura meditativa.

“Questo è il mio amato Figlio, ascoltatelo”. La terza cosa è che Gesù, se va ascoltato, va anche contemplato. Sappiamo quanto santa Teresa sia attaccata alla contemplazione del volto di Gesù. Questo Volto Santo la cui devozione si diffonde nel 19°esimo secolo ancor prima delle prime foto della Sindone. E Teresa ama contemplare questo Volto; aggiungerà questo nome del “Volto Santo” al suo nome religioso: Teresa di Gesù Bambino del Volto Santo. Ciò che ella contempla in questo Volto è allo stesso tempo questo Cristo glorificato, ma anche questo Volto umiliato nella Passione. Nel Volto Santo di Tours, Gesù ha gli occhi bassi e scorrono lacrime...

Ciò è coerente con ciò che troviamo nelle Scritture:

Nel libro di Abacuc: “I tuoi occhi sono troppo puri per vedere il male, non puoi sopportare la vista dell’oppressione” (Ha 1,13).

Nel libro della Sapienza: “Eppure hai pietà di tutti gli uomini, perché puoi tutto. Chiudi gli occhi ai loro peccati, affinché si convertano” (Sap 11,23)

E Teresa contempla questo Volto di Gesù, con gli occhi bassi, e dice nell’agosto del 97:

Come ha fatto bene Nostro Signore ad abbassare gli occhi per donarci il suo ritratto! Poiché gli occhi sono lo specchio dell'anima, se avessimo indovinato la sua anima, saremmo morti di gioia.

OH ! Quanto bene mi ha fatto questo Volto Santo nella mia vita! Mentre componevo il mio inno: “Living with Love” mi ha aiutato a farlo con grande facilità. Ho scritto a memoria, durante il mio silenzio serale, i 15 versi che avevo composto, senza abbozzo, durante la giornata. Quel giorno, mentre andavo al refettorio dopo l'esame, avevo appena composto la strofa “Perdono dei peccatori”. Glielo ripetei, di sfuggita, con tanto amore. Guardandola, ho pianto d'amore. (CG 5 agosto 7)

Questa strofa, la 11esimo, dice questo:

Vivere d'amore è asciugarsi la faccia

È ottenere il perdono dai peccatori

O Dio dell'Amore! possano venire nella tua grazia

E possano benedire il tuo Nome per sempre...

Finché il mio cuore non risuona di bestemmia

Per cancellarlo, voglio sempre cantare:

“Il tuo Sacro Nome, lo adoro e lo amo

Vivo d'Amore!…”

C’è infine un quarto evento che spesso non viene percepito. Questo quarto evento è la fine della Trasfigurazione. Per quello ? Perché se non perché Gesù rinuncia alla sua gloria? Per quello? Per entrare liberamente nella sua Passione

Il Padre non aspetta che Gesù sia morto per glorificarlo: lo glorifica. E per noi uomini e per la nostra Salvezza, Gesù rinuncia alla sua gloria per dirigersi verso la croce, per entrare nella morte umana, distruggerla dal di dentro e salvarci.

Contemplando la Trasfigurazione di Gesù, dobbiamo contemplare proprio questa rinuncia di Gesù per noi, per amore verso di noi, per arrivare liberamente alla fine del cammino.

Così Teresa, in questa stessa poesia Vivre d’amour, esclamerà:

Vivere sull'Amore non è sulla terra

Installa la tua tenda in cima al Tabor.

Con Gesù è salire il Calvario,

È guardare la Croce come un tesoro!…

In Paradiso devo vivere di godimento

Allora il processo sarà fuggito per sempre

Ma esiliato voglio nella sofferenza

Vivi d'amore.

Amen