Omelia di Padre Emmanuel Schwab

1era lettura: 2 Samuele 7, 1-5.8b-12.14a.16

Salmo: 88 (89), 2-3, 4-5, 27.29

2esimo lettura: Romani 16, 25-27

Vangelo: Luca 1,26-38

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“Rivelazione di un mistero sempre custodito nel silenzio”…

Quando contempliamo l'uomo Gesù, nel quale riconosciamo il Verbo di Dio che si è fatto uomo, che si è fatto carne, nella nostra mente possono sorgere tante domande. Questo significa che c’è qualcosa di nuovo in Dio? C’è un cambiamento in atto in Dio? Dopo l'Ascensione, qualcosa di nuovo abita in Dio? Ma come possiamo comprendere che da tutta l’eternità Cristo esiste? Come capire che Paolo lo chiama “il primogenito di ogni creatura” (1 Col 1,15:XNUMX)? La nostra mente vacilla un po' di fronte a questa grande difficoltà, per non dire impossibilità, nel pensare al nesso tra l'eternità di Dio e il tempo dell'uomo. Dio è immutabile, è da tutta l'eternità quello che è. Se a Dio mancasse qualcosa, non sarebbe l'essere assoluto. Eppure Dio, nella sua eternità, “lavora” con il tempo in cui ci troviamo, e questo ci è molto difficile concepirlo. Ma mistero nascosto per sempre nel silenzio, Dio lo manifesta. E Dio per primo lo manifesta, ci dice l’Apostolo, attraverso gli scritti profetici.

La rivelazione, così come la riceviamo, inizia realmente con Abramo nella storia umana. E anche questo è molto misterioso... Quando lo sentiamo nella prima lettura “La Parola del Signore venne a Nathan”. : Come avviene questo? Cosa sta succedendo nella vita di Nathan che gli fa dire: Dio mi ha parlato e mi ha chiesto di dirti questo. ? Non lo so. Questa Rivelazione la ricevo semplicemente dal popolo d'Israele, che mi trasmette le Sacre Scritture. E ciò che la nostra intelligenza è capace di cogliere è la coerenza nella Storia Sacra del dispiegarsi dell'opera di Dio. Vediamo chiaramente che c'è una continuità nella rivelazione profetica, una progressione che culminerà nel Verbo fatto carne, nel Verbo di Dio fatto uomo, Gesù, nel quale Dio parla interamente. A poco a poco, Dio si rivela. A poco a poco, Dio spiega, esprime ciò che sta facendo, ciò che vuole fare, ciò che farà. E a David rivela questa cosa importante: “Non sei tu a costruirmi una casa, sono io”.

che ti costruirà una casa”. E Dio gioca sul significato stesso della parola casa (che funziona anche in ebraico): la casa designa sia l'edificio ma anche la famiglia. “Sono io che vi costruirò una casa”, cioè la discendenza. Davide infatti vuole installare il tempio solido e definitivo a sinistra del palazzo reale. Allora non guardavamo le mappe verso Nord, le guardavamo verso Est: erano orientate. E quando guardiamo verso Oriente, se collochiamo il tempio sul monte Moriah, alla sua destra si trova la collina di Sion, dove è costruito il palazzo reale. Installandovi il tempio, Davide si trovò alla destra del Tempio e rafforzò così il suo potere reale. E in un certo modo vuole servirsi di Dio per stabilire il suo potere regale. Ma il Signore gli disse: «Non mi costruirai una casa. Sono io quello che ti costruirà una casa. E gli annuncia questa discesa: “Io susciterò per te un successore tra la tua discendenza, che nascerà da te, e renderò stabile il suo regno. gli sarò padre; ed egli sarà per me un figlio».

E per mille anni il popolo d'Israele ha ascoltato questa profezia, ha riletto questa profezia, ha ascoltato questa profezia, vedendo chiaramente che nessuno dei successori di Davide avrebbe potuto essere l'adempimento di ciò che Dio aveva promesso. Maria ha nel cuore le parole dei profeti. Maria, figlia d'Israele, medita le Sacre Scritture, le conosce. Lei che ama tanto meditare nel suo cuore tutto ciò che sperimenta, tutto ciò che vede, naturalmente medita nel suo cuore la Torah, ma anche gli scritti dei profeti. Naturalmente Maria attende insieme a tanti altri figli e figlie d'Israele il compimento delle promesse. Ciò che l'angelo gli dirà è del tutto incomprensibile se non si tengono presenti un certo numero di promesse profetiche. Già il nome “Gesù”: è lo stesso che traduciamo in altri libri con il nome “Giosuè”, Sìhua. Giosuè è stato colui che ha introdotto il popolo nella Terra Promessa, colui che ha portato a compimento ciò che era stato annunciato a Mosè in Egitto. Gesù è colui che ci porterà nella vera Terra Promessa che è il Regno. E poi quando Marie lo sente chiamare Figlio dell'Altissimo, che se ne va riceverà il trono di Davide suo Padre, regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe…deve avere nel cuore questi annunci profetici per capire cosa significano. Ecco perché, fratelli e sorelle, è così importante leggere, rileggere e meditare le Sacre Scritture. Non possiamo comprendere Gesù, né ciò che Dio fa oggi, né la nostra stessa vita, se non meditiamo le Sacre Scritture. Questa è una delle cose più impressionanti della vita di Santa Teresa del Bambino Gesù: il modo in cui attinge alle Scritture, anche se non ha la Bibbia: ha il Nuovo Testamento, ma ha l'Antico Testamento in frammenti in quaderni. Mi sembra che in tutti i suoi scritti, che non sono molto numerosi, ci siano 1800 citazioni dalle Scritture. La Parola di Dio esce attraverso i pori della sua pelle. Lei parla della Parola di Dio. Quando si esprime, molto spesso non apre le virgolette per citare un verso, lo inserisce nelle sue parole, diventa le sue stesse parole, è la materia delle sue parole, la materia dei suoi pensieri. E per questo dobbiamo prenderci del tempo per leggere e meditare le Sacre Scritture.

Se per dieci anni avrai letto tutta la Bibbia ogni anno, ti assicuro che alla fine dei dieci anni molte cose si saranno depositate nella tua memoria. Basta dedicargli una ventina di minuti al giorno... Funziona! È una sfida impossibile? E anche se ci vogliono due anni per leggere tutta la Bibbia, in dieci anni l’avrai letta cinque volte!

Con una matita in mano per sottolineare le cose, leggere gli appunti. E dopo un po’, quando leggiamo, diciamo a noi stessi: “Ehi, ma questo mi ricorda quest’altro passo”, e andiamo a guardarlo e scopriamo come c’è una sinfonia nella Scrittura e come la Parola di Dio risuona. Abbiamo davvero bisogno di nutrirci della Parola di Dio, e questa parola ci rivela ciò che Dio vuole fare.

Infine, quando Maria riceve questa Rivelazione - e ancora, nonostante tutte le rappresentazioni di dipinti, icone, sculture che rappresentano questa magnifica scena dell'Annunciazione, non sappiamo cosa sia successo... Quando la Scrittura ci dice che "l'angelo Gabriele entrò nella sua casa", Come va ? Non lo so. Grande mistero... Ma quello che è certo è che ciò che Maria sperimenta è la rivelazione di ciò che Dio vuole fare e di ciò che Dio farà. Noterai che alla Madonna non viene posta alcuna domanda: Dio non le chiede un parere, le rivela ciò che farà. E Maria acconsente a ciò che Dio vuole fare. Questa è la vera libertà: è acconsentire a ciò che Dio vuole. In Paradiso faremo solo ciò che vogliamo, perché vorremo tutto ciò che Dio vuole, perché finalmente saremo pienamente liberi.

E così oggi per imparare a diventare liberi, per imparare a vivere pienamente la nostra vita da uomo, è cercando la volontà di Dio su di noi, cercando di comprendere ciò che Dio vuole veramente e aderendo ad essa con tutta l'anima, che potremo crescere nella libertà e potremo non solo avanzare verso il Regno, ma realizzare la nostra vita di uomo.

E, ripeto, il compimento della vita di un uomo è la santità.

È sempre a questo che dobbiamo tendere: diventare santi... e non a metà, ma pienamente, affinché la nostra vita unica sia veramente bella e riuscita.

Amen